Felicita Frai


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Felicita Frai

Felicita Frai (il cui vero nome era Felice Frajova), nasce a Praga il 20 ottobre 1909, sotto l’impero asburgico di Francesco Giuseppe, in un’epoca di grandi confluenze di culture e muore a Milano il 14 aprile 2010, all’età di cento anni, esponendo per l’ultima volta, all’età di 95 anni, alla Galleria “Ponte Rosso” di Milano nel 2004. Definita “la pittrice delle donne”, per il fatto che prediligeva dipingere «l’immagine femminile in infinite variazioni», i soggetti dei suoi quadri – come da lei stessa affermato – «Sono donne dipinte da una donna». Felicita è stata una acuta colorista: la sua pittura è stata luminosa, vigorosa, dinamica. Alta, bionda, dagli occhi color pervinca, da giovane ha una vita sentimentale molto intensa: invidiata dalle donne, è molto ammirata dagli uomini. Trasferitasi in Italia, ancora bambina, si stabilisce, in un primo momento, a Trieste, dove “italianizza” il suo cognome boemo Frajova in Frai e dove, all’età di 19 anni, sposa il suo primo marito, un ricco commerciante di pellami, e nasce la figlia Piera. Ma il matrimonio non dura molto perché lei si innamora del pittore ferrarese Achille Funi, presentatole da Leonor Fini, pittrice e donna inquietante Nel 1930, va a Ferrara dove, oltre che amante, diventa anche allieva di Funi, che aiuta nella realizzazione degli affreschi nel Palazzo Comunale di Ferrara e nella chiesa di San Francesco a Tripoli. Ma la storia d’amore con Funi, non dura per sempre perché un giorno, quando Funi, le dice: “ho quarant’anni e devo smettere di fare l’amore”, temendo un futuro in grigio, prende il primo treno e scappa piangendo a Milano.
Ma è proprio a Milano che Felicita diventa una vera professionista, condividendo, con artisti come De Pisis, Carrà, De Chirico, Morandi, gli anni della guerra, sotto i bombardamenti e il dopoguerra, con le mostre importanti, i collezionisti, che tornano a farsi vivi, le belle signore, che fanno la coda per farsi ritrarre da lei.
In seguito, frequenta lo studio di Giorgio de Chirico, esponendo le sue prime opere in una personale alla Galleria del Milione di Milano nel 1942. All’inizio della sua carriera di artista, dipinge soprattutto ritratti della figlia Piera, figure femminili e nature morte (che ricorreranno nella sua attività fino agli anni più recenti), spaziando dalla pittura ad olio alla tempera e dall’affresco alla litografia. Si dedica anche all’illustrazione di libri e alla decorazione, vincendo il concorso per l’allestimento artistico dei saloni d’onore delle navi da crociera e realizzando alcuni interventi decorativi per l’atrio dell’Istituto Previdenza Sociale di Torino e per l’Hotel Palace di Milano. Nel 1968 Felicita si sposa con Piero Della Giusta, ricco avvocato socialista, uomo di punta della Resistenza, ma, nel 1981 il suo secondo marito, muore e lei rimane vedova. Felicita ha anche una relazione sentimentale molto travolgente con il poeta e critico d’arte Raffaele Carrieri. Nel 1970 le viene dedicata una grande retrospettiva a Praga, sua città natale. Nell’ultimo periodo della sua vita, Felicita Frai, si orienta verso una pittura sempre più fiabesca, dove i volti di donna sembrano fiori e i fiori sembrano farfalle.